UNA STORIA D’AGOSTO Racconto di Eduardo Terrana

UNA STORIA D’AGOSTO Racconto di Eduardo Terrana



Fabio stringeva nervosamente la penna tra le dita, lo sguardo fisso sul foglio bianco, statico, a pensare cosa scrivere, come rispondere a quel messaggio senza calore:  ti lascio perché non ti amo!
Pensava ... ma la penna non materializzava parole.
Che stupida! .... e così Fabio ebbe ad un tratto una reazione non liberatoria ma che lo portò a guardarsi intorno.
Dio che disastro! Cicche di sigarette, consumate a metà, colmavano ormai il posacenere. Una bottiglia di whisky campeggiava solitaria sulla scrivania tra mille fogli di carta frettolosamente scritti e altrettanto frettolosamente stropicciati e destinati al cestino. Il cellulare, ancora acceso, lampeggiava quell’ ultimo messaggio "ti lascio
perché non ti amo. L'abatjour illuminava appena l'angolo della scrivania all'altezza del telefono, che restava muto, una leggera penombra avvolgeva lo studio. Fabio pensava ... che fare? telefonare? andare a casa sua? chiederle
appuntamento per l'indomani o lasciarla perdere, incassando l'ennesima delusione della sua vita? La bottiglia di whisky era ormai vuota, come il foglio bianco, come la sua testa.
Fabio pensava ... rannicchiato davanti al cammino spento, come il suo telefono, come la sua vita.
Frugò nelle tasche alla ricerca delle sigarette, che voglia di fumarne una! ma anche il pacchetto delle sigarette era ormai vuoto, come vuoto di significato era ormai l'album di fotografie posato, semiaperto, come distrattamente, sulla consolle della TV.
La TV… si! accendo la TV, si disse Fabio.
Fece un rapido zapping, ma era altrove col pensiero.
Era con lei, in quell'ultimo caldo pomeriggio di agosto, a casa sua.
Il suo corpo dolcemente avvinghiato a quello di lei.
Le dita tra i suoi capelli e poi sulle guance a plasmare piacevoli sensazioni.

Lei, dolce, languidamente posizionata di fianco, accompagnava con lo sguardo il leggero ondeggiare dell'acqua nella piscina, mentre con le dita solleticava il braccio, forte, maschio, che le cingeva la vita e la stringeva, sino a mozzarle il fiato, con una passione che era un pressante messaggio d'amore.
I baci ... i fremiti ... l'estasi! e poi il tuffo in piscina a tonificare i muscoli senza energia.
Fabio navigava tra i ricordi.
Quel bacio sotto il lampione di via Manzoni, lungamente sospirato, lungamente aspirato, come una sigaretta avidamente consumata, nel silenzio della notte, rotto dal solitario miagolio di un gatto randagio, forse
il saluto d'addio alla sua micetta.
Poi col motore a mille sul lungomare, al night di Pedro, a provare i brividi di quel corpo di donna, caldo e sensuale, invitante al ritmo del sound latino-americano.
L’intimità del suo letto alfine per una notte di sogno, piena di vita e di amore. Indimenticabile!
“Arrivederci a domani, il suo voluttuoso, garbato ma provocante saluto dopo due giorni trascorsi insieme in una atmosfera di fiaba.
Lo sguardo ora gira a vuoto e si posa ancora sul cellulare che pulsa quel solito, monotono, messaggio “ti lascio perché non ti amo!”
Poi lo sguardo si posa sul nuovo giorno che spunta senza interesse, senza emozioni, la testa pesante e vuota, la voglia di far niente, la sola compagnia di una bottiglia di whisky, la penombra della stanza ed il
disinteresse per la realtà che lo circonda.
Fabio si ritrova così, con la penna ancora tra le mani, a rigirarla nervosamente tra le dita, quel foglio sempre bianco, davanti, e… il suono di una sirena che arriva da lontano.
Squilla il telefono. “Qui è il policlinico … ”.
Fabio si precipita fuori, così com’è, in disordine, confuso e stordito, divora
la strada, balbettando tra sé e sé “non è possibile, non è possibile”.
Al policlinico si presenta al medico di guardia, “sono Fabio Montagna “, “venga“, fa il medico, accompagnandolo con la mano sulla spalla, “la signora Laura ha chiesto di lei”.
Un sorriso stanco ma amorevole trapela dalle bende e accoglie Fabio, che, incredulo, ancora ansimante, riesce appena a balbettare “scusami, scusami” mentre un nodo alla gola gli smorza le parole.

Una pacca sulla spalla e le parole del medico lo richiamano del tutto alla realtà, “Un miracolo, un vero miracolo, la Signora si rimetterà presto, l’incidente non ha provocato lesioni gravi.”
Fabio accenna un sorriso di gratitudine. Dalla finestra un raggio di sole fa capolino nella stanza in penombra e … nella luce degli occhi di Laura Fabio sente rinascere la speranza.
Il nuovo giorno ha ora un senso, i minuti sono nuovi pulsazioni di vita, che ritmano promesse d’amore in sintonia col battito forte di due cuori e annodano le trame di un nuovo desiderato vivere insieme nell’intreccio
delle dita che si cercano, negli sguardi che incrociano silenziosi desideri di rinascita, nelle strette delle mani che tradiscono il calore di un amore che vuole vivere.
Fabio guarda Laura intensamente negli occhi e si vede rinato nell’immensità di quel cielo azzurro.
Eduardo Terrana

Eduardo Terrana
Giornalista- saggista-conferenziere internazionale su diritti umani e pace
diritti riservati all'autore
UNA STORIA D’AGOSTO
Racconto di Eduardo Terrana
Maggio: 2022
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Dimensione donna : l’arte omaggia l’universo femminile.

Dimensione donna : l'arte omaggia l'universo femminile.

Finissage: 21 Maggio 2022 ore 18:00 con "Femminile Plurale" - Letture Teatrali da parte degli interpreti dell'Associazione Culturale "Compagnia del Mulino" di Valenzano.
presso Auditorium Mirella Carriero Valenzano in via Martiri di Nassiriya.

A seguire momento Poetico a cura della Prof.ssa Nuccia Boccuzzi Presidentessa dell'Associazione Culturale "Compagnia del Mulino" di Valenzano e Alessia Matera che declameranno le Poesie dell'Autore Ninni Matera.

Interventi Poetici con Crescenza Caradonna , Donato Tambone e Rosaria Zonno.

Momento Musicale al pianoforte con: Davide Dentuti, Donato Cassano (II Anno del Corso Propedeutico), Giulio Colapietro (III Anno del Corso Propedeutico).

Tutti studenti iscritti al Conservatorio di Bari, assegnati alle classe della prof. Carla Aventaggiato e del M° Maurizio Matarrese.

🎟️INGRESSO LIBERO

#pugliadaamareonline #arte #poesia #teatro #musica #fotografia

Direttore Artistico: Marisa De Gregorio


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DALLA COCAINA AGLI ANGELI Intervista a Giampiero Turco

PUGLIA D'AMARE24 Quotidiano d'informazione
DALLA COCAINA AGLI ANGELI

Intervista a Giampiero Turco a cura di Nicola Paulillo

Da qualche mese è uscito il libro dello scrittore e regista Giampiero Turco “Dalla cocaina agli angeli” seguito da un trailer, poiché ne è stato tratto un docufilm, che sta spopolando su YouTube. Giampiero, di origini tarantine, negli anni sessanta si trasferisce a Roma per inseguire il suo sogno nel mondo dello spettacolo. Di sotto riporto un’intervista che ho realizzato dove lo scrittore e regista tarantino si racconta e “ci” racconta di come sia uscito fuori dal pericoloso tunnel della cocaina. 

Ciao Giampiero, da quello che ho letto da alcune recensioni del tuo libro e da quello che ho visto riguardo il trailer, volevo che tu mi raccontassi un po’ di questo libro e del docufilm che ne è stato tratto. Come mai hai voluto testimoniare il tuo cambiamento di vita? 
Innanzitutto per chiedere perdono alle mie figlie che ho trascurato e poi questo libro era nel cassetto da un bel po’. Quello che ha sbloccato quest’opera è stato il coraggio di persone e amici come Pino Francata (vero nome Giuseppe Cosenza) e Teresa Lops che, con il loro valido aiuto hanno contribuito nel mio mettermi a nudo e vedere le cose come stanno. Tutto ciò è stato confermato dal comune di Taranto che ha definito “Dalla cocaina agli angeli” un libro di tematica sociale che può divenire un mezzo molto importante nell’aiutare gli altri. Io sono uscito da questo incubo con dolore, e lì ho iniziato ad avere fede e sono stato soccorso dagli angeli che sono le persone che mi hanno aiutato e sostenuto. Pubblicare il libro è stato per me molto terapeutico, perché nonostante gli errori commessi nella vita, è anche un modo di dire: “Io sono questo”. Praticamente, nella stesura del libro, è come se tu avessi dialogato con uno psicologo invisibile. Sì, esattamente, diciamo “un dialogo con me stesso”. 

Tu eri un musicista quando sei entrato in questo tunnel, come mai ti sei ritrovato in questo baratro? 
Ciò accadde quando abbandonai la mia famiglia e la strada che mio padre mi aveva preparato, in quanto al comune di Taranto mi occupavo di cultura, anzi, ero uno dei più giovani visionari della cultura nella sede comunale tarantina. Abbandonai tutto questo per andare a fare il batterista, essendo attratto dal mondo del palco e dal fatto che un big (Alan Sorrenti) mi chiese di seguirlo. Quando registreremo la scena, più in là, nel vederla noterai che, per essere pari agli altri, mi offrirono la cocaina ed io iniziai ad usarla. Da lì in poi, per chiunque, basta un niente e ci casca. Senti che questa roba ti dà energia, una grande forza, euforia, ma in realtà tutto questo è un grande inganno. Ti senti pieno di creatività, sei superiore a tutto e a tutti, ma non è così. Stai solo prendendo in giro te stesso. 

Ci sono due grossi vortici che fanno sì che i giovani ci finiscono dentro: il primo è semplicemente quello di provare; il secondo è per evadere da una realtà probabilmente piena di problemi. Tu non avevi problemi, ma neanche ti sfiorava il pensiero di provarci, ti ci sei trovato dentro soltanto perché avevi abbandonato la tua strada. 
Più che altro per darmi coraggio proprio perché avevo abbandonato tutto: la mia famiglia, la mia casa, insomma tutto ciò che mi dava sicurezza e anche il fatto di essere entrato in un mondo che non conoscevo, un mondo di sogni e per il fatto di suonare sul palco per un personaggio famoso. Ma alla fine ti rendi conto che è solo un grande inganno. 

A chi sta vivendo questa realtà cosa consiglieresti? 
Consiglierei ai giovani di guardare ai valori della propria vita, della famiglia, dei tuoi figli, ecc. dico questo perché con la famiglia tu puoi superare il problema lavorativo, quello economico, puoi uscire da questo baratro e quant’altro. E, soprattutto, è importante anche la fede

Com’è avvenuto il tuo incontro con i monaci tibetani? 
Tutto è cominciato mentre ero nel vuoto più assoluto. Chiedevo aiuto a me stesso, a mio padre, che non c’era più, chiesi all’arcangelo Michele di mandarmi un maestro e, grazie a un quadro di Gesù (che ho visto nella chiesa di Santa Maria di Trastevere, che illuminava tutto l’edificio in cui è ubicato), direttamente dalla piazza in cui mi trovavo. Io sono entrato e ne sono stato attratto, all’interno non c’era nessuno e dopo essermi seduto ho iniziato a parlare con me stesso. Quello è stato l’inizio dei miracoli, sono giunti gli “angeli”.

Il primo angelo è stata una mia amica che non vedevo da tantissimo tempo poiché viveva in America che, tornata a Roma in quel periodo vide nella cassetta postale un invito riguardo un Lama Tibetano che in quei giorni era a Roma. Lei mi invitò a questa cerimonia, stavano festeggiando il capodanno tibetano a Febbraio. Io andai e da quel momento quel “Lama” tibetano fu il mio primo maestro e anche l’ultimo. Dopo la sua morte io ho incontrato altri lama, ma lui è quello che mi ha salvato. Questa esperienza buddista tibetana è stata grande ed è stato fondamentale per me avere fede per la mia costruzione. In effetti è stato un tibetano a dirmi se conosco bene Gesù. io rimasi un po’ sulle mie e poi dissi: “Sì, lo conosco bene dal Vangelo” e lui rispose: “No! Tu devi conoscere bene Gesù!” e mi donò un libro che paragonava Gesù ad una forte trasmissione di energia e di aiuto nella fede, come Buddha e tanti altri. Così ho conosciuto Gesù sotto un altro profilo e da lì, piano piano è ricominciato tutto, specialmente la mia vita. 

Beh, anch’io ho conosciuto Gesù sotto un altro aspetto perché l’ho proprio invitato nella mia vita per mezzo dello Spirito Santo e ogni giorno interagisco e parlo con lui. È una cosa particolare che, forse molti cristiani non riescono appieno a comprendere. 
È vero, grazie a Teresa che mi ha riportato in chiesa, dove io ero lontano da queste cose, dalla messa, dalla comunione perché Gesù lo vedevo come un qualcosa di privato, non pubblico, invece con la chiesa e la messa ho riscoperto delle cose importanti: l’omelia fatta da un prete giusto, dove ne vengo attratto e l’ostia che io sento una cosa mia (oddio ci sono molte cose che non condivido nella messa). Io sono di fede protestante, però, ho conosciuto un sacerdote che mi ha aiutato tanto facendomi esporre i dolci all’interno di un monastero permettendomi, così, di lavorare. 

Personalmente io ho tolto le etichette perché davanti a Dio non ci sarà il cattolico, il protestante o l’anglicano, ma solo il cristiano. Di questo percorso che tu hai fatto cosa ti è rimasto da poter condividere con i giovani affinchè si avvicinino alla fede e non caschino nel mondo lugubre di ogni vizio in genere? 
I giovani, in generale sono delusi, ansiosi ma, comunque sia, sono persone che cercano il valore e la giusta armonia nel rapporto umano. Questo è quello che voglio trasmettere ai giovani. Io, per quanto mi riguarda, sono fortunato perché ho due figlie veramente speciali e quello che dico sempre è di “vivere nel valore giorno per giorno, ossia il valore della vita”. Sono uno con i piedi per terra e faccio le cose in un determinato modo, particolare del mio essere capricorno; io vedo molto il valore delle persone e vorrei trasmettere ai giovani la mia esperienza. Io spero tanto che i giovani abbiano un dialogo, questo è importante e fondamentale.

Il libro che è stato ufficializzato, uscirà a Luglio nella doppia versione italiano – inglese e sarà distribuito anche nelle librerie. Inizierò a fare delle presentazioni a Taranto, nella stessa chiesa dove sono state girate le scene del film, tra l’altro, la stessa chiesa che frequentavo da bambino e ci sarà anche la proiezione di sei minuti del trailer del film. Lì, inoltre, avrò anche un dialogo con i giovani.

Dopo essere uscito da questo tunnel, sei ritornato a lavorare nel mondo dello spettacolo a tempo pieno o hai altro in mente? 
Il mio sogno è di poter comprare dei locali a Taranto vecchia e aprire un centro culturale fornito di bar, ristorante, ecc. Quindi rimango sempre nel mondo della cultura, solo che adesso le cose le faccio per me stesso e non per gli altri. Per quello che sono adesso devo prima dire grazie a Pino Francata e a Teresa, due persone per me molto importanti che mi hanno aiutato; poi ho conosciuto altre belle persone tra cui Gianni Naglieri e Alex Caputo. 

Infine voglio salutare gli artisti che hanno collaborato con me: Teresa Lops nel ruolo di mia madre; Gabriel Micoli che interpreta me da bambino; mia figlia Jessica Turco; Pino Francata, Gianni Giacovelli per il suono, Giovanna Surico, Carmela Stomeo e Gianluca Maggio per il trucco e l’acconciatura. Si ringrazia il comune di Taranto per aver sostenuto il docufilm “Dalla cocaina agli angeli”.
di Nicola Paulillo

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INTERVISTA A CRESCENZA CARADONNA di Giuseppe Di Summa

INTERVISTA A CRESCENZA CARADONNA di Giuseppe Di SummaBLOG: CAMBIO GIORNO – 2019- 1 – Il sito web ” Puglia d’amare ” Quotidiano d’informazione si occupa di informazione regionale, descrive la Puglia, cosa abbiamo dimenticato della nostra Puglia che vale la pena ricordare al lettore? Descrivere la PUGLIA non è facile in quanto è una regione profondamente…

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CHIARA FICI INTERVISTA CRESCENZA CARADONNA

CHIARA FICI INTERVISTA CRESCENZA CARADONNAChiara Fici Freelance Journalist presso Globus Magazine and Globus Radio Station Tenace e preparata Crescenza Caradonna detta Cresy è un vulcano di idee. Ci potrebbe raccontare come è nata la sua passione per il giornalismo? La mia passione per la comunicazione ha radici lontane subito dopo la maturità quando mi iscrissi…

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