25-11-2018
Giornata Internazionale Per L’eliminazione Della Violenza Contro La Donna
Articolo di Eduardo Terrana
Delle 500.000 donne che ogni anno muoiono nel
mondo per cause legate alla gravidanza ed al parto, moltissime sono bambine o
appena adolescenti.
Le conseguenze sono pesanti, comunque, per le
ragazzine, anche al di là del rischio sanitario.
Soprattutto in quei paesi come gran parte
dell’America Latina, dove il tradizionale maschilismo rende estremamente
fragili le famiglie e le stesse coppie, lasciando il peso dei figli e del loro
mantenimento tutto sulle spalle delle donne.
Toppo grandi per giocare, troppo piccole per
essere madri, queste adolescenti sono in gran parte condannate ad abbandonare
la scuola e a condurre una vita difficile, fatta di lavori precari ed ancor più
precaria vita familiare.
Il problema dei matrimoni e delle gravidanze
precoci ha dimensioni mondiali: se in Asia in media il 18% delle ragazze sotto
i 15 anni è già sposato, la percentuale è di poco inferiore in Africa, il 16%,
e rimane relativamente elevata in America Latina, appena l’8%.
E le ragazze tra i 15 ed i 19 anni hanno una
probabilità doppia di morire per cause legate al parto rispetto alla fascia
d’età appena superiore; per le piccole al di sotto dei 15 anni, la probabilità
di morte è quintupla.
E’ questo uno dei tanti aspetti dei diritti negati
alle donne per le quali le cifre e le problematiche dimostrano che c’è ancora molto da fare per avanzare
sulla strada dello sviluppo e della
piena realizzazione futuri della Persona – Donna.
Laricorrenza del 25 novembre della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro laDonna” continua a constatare, purtroppo,come la povertà femminile sia in aumento, la discriminazione sia tuttorafortissima, i concetti ed i modellisiano rimasti ancorati a vecchi schemi. Continua a registrare come ladiscriminazione e la violenza che colpiscono nel mondo donne e bambine sia ancora tanta, sia nel mondo ricco, che inquello in via di sviluppo, e ciò nonostante le condizioni delle donne in moltiluoghi siano effettivamente migliorate. Continua a constatare come in moltipaesi ancora la donna riceve i salari più bassi, deve rimanere sotto il dominioe gli ordini di altri ed è costretta acoprire tutto il corpo per non esserepunita. Continua a registrare situazioni di forte degrado della condizionedella donna.Sono milioni le donne in schiavitù e milioni gliaguzzini che li tengono in schiavitù. Schiave in casa, schiave sul lavoro, schiave sulla strada, donneoggetto, donne usa e getta, senza rispetto di diritti e di valori, senzagaranzie di libertà. Abusi, soprusi, violenze, sulle donne si consumano, spessonell’indifferenza generale, in ogni parte del mondo, senza che il problema vengaadeguatamente affrontato ed avviato a soluzione. Il rispetto della dignitàdella donna però rimane la condizione fondamentale per il riconoscimento e larealizzazione della parità effettivadella donna con l’uomo, perché ognidonna, in quanto persona, nasce con una dignità che le appartienepienamente e che non può, per nessuna ragione, esserle tolta.
Libertà, rispetto,
uguaglianza
non sono valori ancora affermati ovunque e non lo sono in particolare per tutte
le donne. E la globalizzazione di certo non si preoccupa di rispettarli appieno
e di imporli come valori umani.
In un mondo dove solo l’1% delle donne occupa alte
cariche istituzionali e dove ogni istante una donna viene violentata o
sottoposta a mutilazione non deve sembrare assurdo parlare di diritto all’autodeterminazione da
parte delle donne per potere dimostrare e mettere alla prova il proprio ruolo
storico.
Non bisogna dimenticare che il problema si pone
tra i più drammatici e tra i più urgenti di intervento e su scala mondiale. Si
pensi alla condizione femminile in Asia, in America latina, in Africa, ma anche
negli Stati Uniti ed in Europa: Bosnia, Kossovo, Albania, Cecenia, paesi dove
quei valori vengono gravemente calpestati e quella dignità offesa. Si pensi
che, secondo la Banca Mondiale , almeno il 20% delle donne in tutto il mondo, ma
il dato non rispecchia pare la effettiva realtà del problema, ha subito e
subisce abusi fisici e sessuali; che negli Stati Uniti d’America si registrano
ogni anno 750.000 violenze sessuali e di altro tipo; che in India si
stima che il 40% delle donne sposate
sono prese a calci o violentate dai loro maschi per il modo di cucinare, di
vestire, o per mera gelosia; che
milioni di donne nel mondo considerano il luogo domestico un luogo di
terrore più che un nido d’amore; che la tortura sulle donne è ancora
inserita in una cultura globale che nega pari opportunità fra donne ed uomini e
legittima la violenta appropriazione del corpo delle donne per gratificazione
individuale o per scopi politici; che in molti paesi donne, anche in
tenera età, subiscono torture e maltrattamenti a seguito di matrimoni
forzatamente imposti dai loro genitori; che in paesi come la Turchia,
l’Iraq e la Giordania, ma anche africani ed asiatici, donne e ragazze di ogni età sono torturate ed
anche uccise per i così detti “crimini
d’onore”, ossia perché hanno
semplicemente parlato con vicini di casa di sesso maschile o avuto rapporti
sessuali al di fuori del matrimonio.
Ed ancora si pensi: che le donne sono frequentemente scelte come oggetto di tortura, incluso lo stupro, neiconflitti armati; che in molti paesi le donne possono ancora esserecomprate e vendute e che tale trafficorappresenta, dopo la droga ed il traffico d’armi, la terza fonte di guadagnoper le organizzazioni criminali internazionali; che in molti paesi dell’Africae dell’Asia meridionale la pratica delle mutilazioni genitali costituisceancora per le donne una tortura imposta dalle tradizioni; che inAfghanistan il burqa costituisce strumento di negazione dell’immagine edell’identità dell’essere donna; che la violenza contro le donne vieneancora largamente praticata per motivi di varia natura: razziali, etnici,sessuali, sociali, di classe e di età.La discriminazione nei confronti delle donne spessosi traduce in vera e propria eliminazione fisica; mancano all’appello 100milioni di donne nel mondo fra Asia, Nord- Africa e Medio oriente. Secondo lestatistiche del “ Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo” sono donne: il 70% dei poveri ed i 2/3 degli analfabetinel mondo: il 34% donne, il 19% uomini, i bambini a scuola sono più dellebambine.
In molti paesi asiatici le donne subiscono inoltre
pesanti discriminazioni dettate dalla religione islamica: milioni di donne dei
paesi mussulmani sono costrette a vivere segregate nelle loro case, espulse
dagli impieghi pubblici e spesso escluse dai più elementari diritti come il
diritto all’istruzione o alla salute.
La discriminazione più grave contro le donne si è
avuta con i Talebani in Afghanistan: le
donne erano tenute lontane dal lavoro e le scuole femminili venivano chiuse. E
il dopo non registra cambiamento alcuno. Inoltre le donne, oltre ad aver perso
il diritto all’istruzione ed al lavoro, quando si ammalano rischiano di morire
per mancanza di assistenza perché non possono essere visitate dai medici di
sesso maschile e quelli di sesso femminile non possono esercitare la
professione.
Tutto ciò se da un lato
non esaurisce la casistica della violenza sulle donne dall’altro mette
drammaticamente a nudo che resta ancora non
attuato: il
pieno rispetto e la piena realizzazione
della donna, nella sua persona, nella sua dignità, nella sua specificità e
nella sua diversità di essere donna; e che resta, poi, ancora da realizzare la
piena soggettualità della donna come soggetto giuridico internazionale.
Eduardo Terrana