Santa subito all’Esedra
articolo di Luciano Anelli
Al cinema Esedra della Parrocchia San Giuseppe di Bari (rione Madonnella) a chiusura di un ciclo di presentazioni, è stato proiettato il nuovo docufilm di Alessandro Piva “#SantaSubito“, racconto per immagini sulla vita e la morte violenta di Santa Scorese, vittima di femminicidio. Il film ha vinto il Premio del pubblico alla 14a #FestadelCinema di Roma.
Alla presentazione era presente il regista, il parroco Don Tino, che conosceva bene Santa, i genitori di Santa, la Sorella ; #Rosamaria Scorese, col marito, e #Maria Pia Vigilante, presidente di Giraffa Onlus che ha collaborato nella realizzazione del docufilm.
Questo film dimostra che non si muore mai nella vita se la semina è stata fertile e i contadini, che se ne sono occupati, solerti.
Alessandro Piva: “Santa Subito parla di femminicidio ma celebra la vita”
Infatti, la peculiarità del docufilm è di parlare di Santa attraverso le persone che la conoscevano ed hanno vissuto insieme a lei; del loro dolore mai sopito, della resilienza attraverso tutte le azioni che da anni, Rosamaria Scorese in testa, portano alla conoscenza la storia di Santa, affinché si comprenda meglio il dramma che si lascia nelle famiglie di chi viene ucciso in quanto donna.
Questo docufilm aggiunge una vision diversa da tutte le altre iniziative artistiche, tutte lodevoli, mese in atto da altri validissimi registi, attori, documentatori, primo fra i quali Alfredo Traversa.
Alesandro Piva: “La costruzione che ho dato al film è quasi da thriller, di modo che lo spettatore venga assalito dall’inquietudine fino alla tragedia finale. Santa, dalla forte personalità e dalla vivacità tipica dei giovani, è rimasta accanto alle vite di chi l’ha conosciuta, come se non fosse mai scomparsa. E’ una capacità che hanno solo le persone speciali”
Il padre di Santa, combattuto fra la ragione di Stato, intrisa nella sua mente di servitore della Patria, ed il cuore che avrebbe voluto risolvere definitivamente il calvario di stolkeraggio, inflitto per tre anni a sua figlia da un ìa persona non stabile mentalmente, con un’azione forte nei confronti di quell’uomo, dice: “Solo un assassino non mi sono sentito di diventare.”
Alessandro Piva: “Sul set del mio nuovo film documentario ho scoperto tanta umanità, ma anche utili informazioni pratiche: Angela Scorese mi ha insegnato come si calcola una porzione di orecchiette fatte a mano.”
Annamaria Tosto, presidente del Tribunale Penale di Bari, parlando del docufilm e rivolgendosi al regista, ha detto: “Due sono gli aspetti che fanno il tuo lavoro grande. Uno la valenza “politica”, l’altro privato, entrambi centrali. Per me che da 40 anni vivo la magistratura come servizio, il tuo film è un pugno nello stomaco: documenta il fallimento di un sistema che non riconosce quello che è riconoscibile e non garantisce chi chiede garanzie perché ne ha bisogno più degli altri.
L’altro profilo, più intimista, è quello che racconta la “perdita”: il tuo non è solo un film sulla violenza di genere. È un film sulla desolazione che segue un’amputazione innaturale, del figlio che scompare prima di te; del dolore vissuto dignitosamente e senza fine. Il premio ricevuto restituisce solo in parte il valore del tuo lavoro”.


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Crescenza Caradonna