‘GLI SCHIAVI ESISTONO ANCORA’ di Eduardo Terrana

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2-12-2018- Giornata Internazionale per l’abolizione della schiavitù                               

           G L I   S C H I A V I   E S I S T O N O   A N C O R A

           40 milioni  di schiavi nel mondo e  un quarto sono bambini

Articolo di Eduardo Terrana


Sono trascorsi 156 anni dal “Proclama di emancipazione”, con il quale presidente americanoAbramo Lincoln il 22 settembre 1862, in piena guerra civile americana, decretava l’abolizione di ogni forma dischiavitù per i neri d’America, sino ad allora tenuti schiavi nelle piantagionidel sud, e la loro liberazione dai territori degli Stati Confederatid’America a partire dal 1º gennaio 1863. Gli effetti di quel  Proclama portarono nel giro di due anni allaliberazione di circa 4 milioni dischiavi neri  dallo stato dischiavitù.

Ricordo questo evento di grande portata storica perché appare  anacronistico ed inverosimile  che ancora oggi nel terzo millennio possano esserci realtà che vedono l’essere umano in schiavitù. 

Una realtà alquanto spinosa che appare difficiledebellare. Le cifre rese note dalle Nazioni Unite stimano  in oltre 40 milioni le persone che in tuttoil mondo sono vittime della schiavitù, e di questi oltre un quarto, 10 milioni,sono bambini.

Le situazioni di sfruttamento di questi esseri umani  assume diverseconnotazioni: schiavi nel lavoro forzato, schiavi di matrimoni forzati, schiavi del traffico di esseri umani, schiavi di servitù per debiti. Tipologie queste che presentano tutte un denominatore comune: l’individuo in schiavitù non può rivendicare la propria libertà, non può rifiutare lo stato di schiavitù  che gli viene imposto  con modi violenti,  minacce, coercizioni, abusi.

Sicontano 25 milioni di schiavi nel lavoro forzato, di questi 16 milioni vengono sfruttati negli ambiti del settoreprivato come il lavoro domestico, l’edilizia o l’agricoltura; 4.8 milioni sono vittima di sfruttamento sessuale e 4 milioni sono vittime di  lavoro forzato imposto dalle autoritàstatali.

A queste forme tradizionali di lavoro forzato si aggiungono le nuove situazionidi schiavitù, più contemporanee, dei lavoratori migranti, vittime disfruttamento economico nella realtà di ogni tipo di lavoro su scala mondiale,dalla servitù domestica al lavoro agricolo, dall’industria edile a quella delcibo, dall’industria  dell’abbigliamentoalla prostituzione forzata. 

Le vittime del lavoro forzato sono in prevalenza donne e bambine, schiave nell’industria del sesso al 99.9%e per il 58% schiave in altri settori.

Ancora donne e bambine  sono le oltre 15 milioni di persone schiave di matrimoni forzati.

 Nel mondo si contano 5.4vittime di schiavitù moderna su ogni 1000 abitanti e fra queste una persona su6 è un bambino, costretto al lavoro ai fini dello sfruttamento economico. 

La tratta di persone, inoltre. include losfruttamento della prostituzione, il lavoro forzato e il prelievo di organi, inparticolare nella tratta dei bambini.

I numeri che riportiamo evidenziano da sole la tragicità della situazione di questi moderni schiavi e sono eloquenti di per sé, più di quanto possano rappresentare le parole.

L’odierna Giornata Internazionale perl’abolizione della schiavitù richiama l’attenzione su questi numeri e su questetipologie di sfruttamento e di asservimento dell’essere umano, reso in schiavitù in forme e modi diversi ma sempre in sfregio alla dignità della persona: dalla  tratta di persone allo sfruttamento sessuale, dalle peggiori forme di lavoro minorile, ai matrimoni forzati e al reclutamento forzato di bambini nei conflitti armati, tipologie che si vanno ad aggiungere alle forme di schiavitù già da tempo esistenti e cheancora persistono come  discriminazionedi lunga data nei confronti dei gruppi sociali più vulnerabili, come quelliconsiderati caste inferiori, minoranze tribali e popoli indigeni.

                                                                                                 Eduardo Terrana

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