Puglia da amare Quotidiano d’informazione
“IL GREMBIULINO BIANCO LATTE”
Un giorno qualunque di un mese qualunque come ogni giorno sempre a quell’ora mi accingevo a recarmi al solito baretto per due chiacchiere con le amiche per parlare di poesia, sì la mia amata poesia, per la quale, con il mio bel grembiulino bianco latte in quell’aula materna da bambina con gli occhi negli occhi del mio direttore scolastico nonchè il compianto Padre Pasquale con accanto la mia cara amata maestra d’asilo Anna, avevo mosso i primi passi incominciando a capire ed ad imparare a recitare le mie prime poesie a memoria.
Ricordo quella mano gentile della mia maestra che mi accarezzava le spalle in un gesto materno che mi incoraggiava nella recita mentre guardavo la scrivania dove faceva in bella mostra un grande sacchetto di plastica pieno di caramelle golosamente colorate, un vaso con tre rose presumibilmente rosse screziate, ma ora i ricordi sono diventati in bianco e nero come quella foto lì sul mio tavolo da lavoro che mi guarda raffigurante una bimbetta con le trecce, una frangettina spiritosa e con in mano un mazzo di gladioli pronti ad essere donati a Padre Pasquale parrocco e direttore dell’asilo per il quale stavo recitando una poesia o forse più di una.
La timidezza, albergava in me ma la voglia di poesia più forte di lei prevaricava sempre, allora come ora, mi ritrovo a parlare di poesia mentre divago nei pensieri del passato quel baretto mi aspettava ma francamente non ne avevo tanta voglia d’andarci galoppavano altri fermenti nella mia mente come una continua ricerca che non trova un punto, quando per terra su quella via un’immaginetta santa attirò la mia attenzione, uno scatto mi piegai la raccolsi e la serrai fortemente tra le mie mani mi sembrava d’essere un ladra.
La spolverai con un bel soffio d’aria e l’accarezzai avidamente come se fosse un diamante raro, e sì era proprio un prezioso gioiello che avevo trovato lì sulla mia strada.
Una donna dal viso angelico mi guardava : era l’immaginetta di Santa Rita “La Santa avvocata dei casi impossibili”, ma perchè mi chiedevo era venuta a cercarmi? Fatalità o cosa?
Mi sono dimenticata di dire che era il 22 maggio, tra l’altro il giorno della mia nascita, non andai più all’incontro poetico ma in una chiesetta lì a due passi dal vicolo, entrai un odore di fresie mi accolse immediatamente mi inginocchiai davanti all’altare e notai subito la luce splendente di una Madonnina alla mia destra attratta mi avvicinai stupita e notai che era proprio lei: Santa Rita.
Coincidenze… chissà ma la presi come un segno, un segno d’amore inconfutabilmente divino.
La poesia? Sempre è nel mio cuore ma ho riscoperto la bellezza della fede così da allora ogni mia lirica è diventata per me un mezzo per divulgare la spiritualità veicolata dall’anima che alberga nel mio profondo come dono a coloro i quali nel leggerla, ne sentiranno la purezza e che traendone, anche solo un’emozione, mi avranno fatto raggiungere l’obbiettivo per il quale scrivo.@
CresyCrescenza Caradonna
Breve Racconto Inedito 2017
(I fatti sono frutto della mia creatività su base di fatti realmente accaduti)
_è vietato prendere frasi o stralci del racconto senza autorizzazione dell’autrice Grazie._
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Buon lunedì
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